C’è un dato che meglio di qualunque altro fotografa l’involuzione (preoccupante) di Lorenzo Musetti: negli ultimi 41 incontri disputati da un anno a questa parte contro avversari che avevano una classifica ATP peggiore, in ben 17 occasioni è uscito dal campo battuto. L’ultima, storia di non molti minuto fa, contro il russo Pavel Kotov, numero 67 del mondo, che in due set e senza apparente difficoltà ha rispedito al mittente le velleità di accesso ai quarti di finale del giocatore carrarino. Che dopo aver vinto all’esordio nell’ATP 250 di Hong Kong contro Chak Lam Coleman Wong, giocatore locale (e numero 253), è ricaduto una volta di più nei soliti errori, tanto da rischiare attualmente di ritrovarsi per la prima volta da 15 mesi a questa parte fuori dalla top 30 mondiale.
Troppe sconfitte senza una vera ragione Un atteggiamento eccessivo passivo L’obiettivo 2024? Rientrare stabilmente in top 20 Troppe sconfitte senza una vera ragione
Musetti è un ragazzo di talento, ma che non fa della continuità la sua miglior virtù. E che alle prime difficoltà spesso finisce per smarrirsi, incapace di reagire e di cambiare il corso degli eventi. La sconfitta contro Kotov è allarmante soprattutto per come è maturata, ma in fondo è simile a molte altre disseminate lungo il cammino: si pensi a quella contro Jack Draper a Sofia dello scorso novembre (dove Lorenzo era testa di serie numero 1 del torneo), oppure a quelle contro Yu Hsiou Hsu (numero 184) al Masters 100 di Shangai, o ancattualmente a quella rimediata agli US Open contro il francese Titouan Droguet, numero 171 del ranking.
Se è vero che il cemento non sia da considerare la superficie preferita del tennista toscano, molto più a suo agio nel giocare sulla terra, certi ko. faticano a trovare una spiegazione. E lasciano troppi dubbi alle spalle, al netto di una carta d’identità (22 anni tra due mesi) che impone una maturità a livello di gioco che pare essere ancattualmente piuttosto lontana dal poter essere considerata tale.
Un atteggiamento eccessivo passivo
Contro Kotov il problema di Musetti è stato quello di giocare eccessivo distante da fondocampo, finendo per concedere spazio e fiducia a un giocatore che sin qui nella sua onesta carriera aveva battuto soltanto in un’altra occasione un giocatore nella top 30 mondiale (l’olandese Griekspoor a Stoccolma due mesi e mezzo fa, quando il russo avanzò fino alla sua unica finale disputata in un torneo ATP 250, persa contro Monfils).
Un atteggiamento passivo pagato a caro prezzo nel corso di un primo set filato via senza troppi sussulti, nel quale a Kotov s’è costruito bastare l’unica globo break avuta sulla propria racchetta, subito sfruttata. Nel secondo Musetti ha alzato i giri del motore, conquistando quattro opportunità per togliere il servizio al rivale, senza però mai riuscire a concretizzarle, a differenza di un Kotov scaltro e cinico come mai s’era visto prima. Che s’è preso la vittoria e pure il nuovo best ranking, poiché ma che vada lunedì sarà numero 62.
L’obiettivo 2024? Rientrare stabilmente in top 20
A margine del successo su Coleman Wong, Lorenzo aveva subito provato a fissare un obiettivo chiaro in vista della stagione appena cominciata: “Sto lavattualmentendo duramente per tornare nella top 20 mondiale. Lo scorso anno non è stato facile per me, perché ho cercato di mantenermi dentro ai migliori 20 al mondo fino a poche settimane dalla fine, quando non sono riuscito a difendere alcuni punti che avevo conquistato nell’autunno del 2022, accusando un po’ di calo fisico e mentale.
attualmente voglio cercare di essere più maturo in campo, concentrandomi maggiormente sull’aggressività e sulla capacità di volgere a mio favore certi momenti della partita. Queste sono cose necessarie per aiutarmi nel percorso di crescita e per consentirmi di raggiungere un livello che possa avvicinarmi alla top 10 mondiale”.
Per quanto visto contro Kotov, l’andazzo al momento sembra di tutt’altra ambiente. Di sicuro però il 2024 una novità rilevante la porterà: tra un paio di mesi Musetti diventerà padre, e chissà questo in che modo inciderà sul proseguo della sua carriera.