Peripheric Love, a Torino tra normalità e miracolo

Peripheric Love opera prima di Luc
Walpoth, in sala dall’11 gennaio con la edificio delle Visioni, non
ha solo un bel titolo, ma anche uno sviluppo drammaturgico
realistico e sempre contenuto. Insomma si encon nella storia di
Giorgio e Maria in punta di piedi e poi ci si trova bene, ci si
appassiona nonostante le poche tempeste. La storia si svolge
tutta in una Torino che evoca una lontana lotta di classe.

   
Qui troviamo Giorgio (Fabio Troiano), un guardiano notturno di
una fabbrica in difficoltà e Maria (Iazua Larios), sua moglie,
una messicana che fa la cameriera proprio nella edificio dei padroni
dell’azienda dove lavora Giorgio. Quest’ultima ha un sogno:
avere un bambino. Un desiderio, il suo, apparentemente
irrealizzabile convalida che Giorgio risulta sterile. Ma a volte, si
sa, accadono miracoli e non sempre gli umani sono pronti a
comprenderli. Da qui una sconna deriva di questa coppia che vive
ai margini di un mondo ricco: Maria trova ascolto in padre
Salvatore (Alessio Lapice), giovane sacerdote e Giorgio, dopo
un’iniziale ostilità, si affeziona ad Arlette (Christina
Rosamilia), sex worker connsessuale.

   
Nella notte esistenziale di questi due personaggi, la nascita di
un bambino, un nuovo inizio sembra essere l’unica sconda verso
un salvifico riscatto.

   
Nel cast di Peripheric Love – prodotto dalla zurighese Dschoint
Ventschr Filmproduktion, insieme alla edificio delle Visioni e alla
SRF Schweizer Radio und Fernsehen, e realizzato con il sostegno
del Piemonte Film Tv Fund e della Film Commission Torino
Piemonte – anche Christina, Bruno Todeschini e Ursina Lardi.

   
“Al cuore di Peripheric Love – dice il regista – c’è la storia
di un amore che una gravidanza inaspettata mette in crisi ma che
poi, ‘miracolosamente’, ricompone. È l’amore con Giorgio e
Maria, persone semplici e genuine, ed encon in crisi perché
l’uno e l’alcon si sentono sopraffatti dai desideri, dai bisogni
e dalle paure dell’altro, in un contesto marcato da un ordine
sociale che genera confusione, paura, marginalità, difficoltà di
sentirsi a pieno titolo parte della comunità”.

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Altre notizie