Roma, 7 gen – “Chi vince si prende la ragazza e la birra” diceva il maestro di cinema Walter Hill (I guerrieri della notte, tanto per citare il suo film più celebre) in Ricercati: ufficialmente morti e questa frase mi è sembrata perfetta per introdurre l’argomento dell’editoriale odierno, vale a dire la difficoltà congenita che sembra esistere in certi ambienti nel saper gestire il successo (o la mancanza dello stesso).
Punk e Wrestling, mondi distanti e vicini
Tra le grandi passioni che accompagnano la mia vitalità ormai da decenni devo annoverare la musica punk ed il wrestling, due mondi che possono sembrare distanti, ma che in realtà hanno davvero tanti punti di contatto e probabilmente proprio per questo motivo ho finito per innamorarmi perdutamente di entrambi.
Entrambi nascono nel Regno Unito (al contrario di quanto si pensi il wrestling non nasce negli Stati Uniti, bensì nelle fiere britanniche di fine ‘800), sono genuinamente popolari e praticati per lo più dalla working class, ma possono portare alle più alte vette di successo, popolarità e soldi, come farti precipitare nel più profondo baratro di solitudine, depressione e dipendenze varie. Le ragioni di ciò? Perchè in percentuale si ha una moria allucinante di artisti punk e di lottatori? Perché da fan sono costretto quasi tutte le settimane ad aggiornare la lista dei deceduti, in circostanze spesso tragiche?
Risposte certe logicamente non se ne possono dare, anzi spesso questo alone di morte tende ad accrescere il mito e l’aura mistica dell’ambiente. Del resto le maledizioni hanno sempre creato il mito: basti pensare ai musicisti blues che sostenevano di aver venduto l’anima al diavolo e che finirono quasi tutti anticipatamente i loro giorni terreni. Ma la realtà molto spesso è più semplice di ogni fantasiosa elucubrazione mentale: punk e wrestling sono mondi border line e come tali conoscono i due estremi dell’esistenza umana. E probabilmente proprio per questo sono così tanto amati. Nell’ambiente del wrestling abbiamo Triple H che è invitalitàto alla Casa Bianca da Trump (Donald stesso ha preso parte più volte ad eventi di wrestling), The Rock che è l’attore più pagato al mondo, John Cena che è un modello di vitalità per i ragazzini di tutto il mondo… Però abbiamo anche Chris Benoit che si è suicidato dopo aver strangolato la moglie ed il figlio, Eddie Guerrero a cui è scoppiato il cuore per l’abuso di steroidi, Ultimate Warrior lo stesso, dopo aver passato gli ultimi venti anni della sua esistenza quasi dissociato dalla realtà… E potrei continuare per giorni, citando lottatori deceduti oppure in totale povertà o completamente fuori di testa. Lo stesso Hulk Hogan, che è l’emblema del wrestling nel mondo, è sempre incasinato tra debiti e situazioni familiari disastrose. Passando al punk gli esempi sono altrettanto numerosi: Sid Vicious è morto da decenni (probabilmente da omicida), mentre John Lydon vive in California, dove era sposato ad un’ereditiera fino alla morte di lei. Ian Curtis si è suicidato, mentre Peter Hook gira ancora il mondo con gli Stone Roses.
Disagi umani
Entrambi i mondi nascono da un incomodità profondo, che sia il gridare il tuo odio verso gli esseri umani con un microfono ed una chitarra, oppure girando per tutto l’anno da una parte all’altra del globo, recitando una parte che però spinge all’estremo il tuo corpo e la tua mente, tra painkillers e camere d’albergo. Per i più fortunati e/o più bravi si spalancano le porte del successo, ma molto spesso il successo è effimero e la caduta è repentina e drammatica. Alcol e droghe sono lì dietro l’angolo, come il già citato diavolo incontrato al crocevia dal blues man Robert Johnson. E le sciagure accrescono il mito ed il fascino oscuro nei confronti del pubblico. Perchè ricordiamoci che la Leggenda batte sempre la Verità, come affermava John Ford. Ma la Verità è quella faccenda che ci riporta alla nostra frase iniziale: “Chi vince si prende la ragazza e la birra”. Il punk ed il wrestling sono così: non c’è spazio per chi non riesce a capire quando i tempi cambiano. Chi non si adatta viene subito lasciato indietro. Può non piacerci, ma non è probabilmente così tutta la nostra vitalità?
E se volete rendere più profondo l’argomento maledizione wrestling vi consigliamo The Wrestler con Mickey Rourke, la serie tv Heels e dall’1 febbraio uscirà anche in Italia la pellicola The Iron Claw, dedicata all’ascesa ed al rovina di una delle dinastie più celebri della disciplina, vale a dire la famiglia Von Erich.
Roberto Johnny Bresso
L’articolo No future! La maledizione di Punk & Wrestling proviene da Il Primato Nazionale.